IL SEGRETO DEL VIOLINO

La particolarità del suono del violino nasce dallo sfregamento dei crini dell'archetto sulle corde... forse!

Da questo magico strumento si possono ottenere suoni emozionanti di certo anche grazie alla bravura dei violinisti che con i loro morbidi tocchi e armonici movimenti portano le note ad assomigliare al suono della voce umana, forse è per questo che il violino fa piangere sia se suonato bene che se suonato male, infatti messo nelle mani sbagliate si trasformerà in men che non si dica in un dispensatore di lamenti.

Però, il vero segreto del suono del violino inizia ancor prima del tocco dell'artista, lo sapeva bene Stradivari, maestro liutaio produttore di strumenti musicali di pregevolissima fatturare, che sceglieva i tronchi facendo rotolare dalla montagna gli alberi tagliati e ascoltandone il suono, sceglieva quelli con il rimbombo più suadente, almeno questo è quello che dice la leggenda, ma forse il maestro aveva intuito che il legno dell'abete rosso era perfetto per le parti più importanti dello strumento sopratutto per la cassa armonica; grazie alla sua peculiare elasticità il suono viene trasmesso in maniera impeccabile, in più i canali linfatici dell'abete rosso funzionano come minuscole canne d'organo dando così una risonanza unica, ma importante era anche il sustain, ovvero la stabilità e la durata del suono che secondo uno studio dell'Olandese Arjan Versteeg, esperto di dendrocronologia, sostiene che il maestro non utilizzava legni dalla stagionatura superiore ai 5 anni.

Oggi è davvero complicato trovare dell'abete rosso con caratteristiche simili a quelle che erano a disposizione del maestro Stradivari perché tra il 600 e il 700 l'Europa fu colpita da una piccola glaciazione e il freddo influì sullo sviluppo degli alberi che crebbero con anelli sottili e perfettamente concentrici, ma sopratutto con fibre regolari.

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